I linguaggi di programmazione sono la base dello sviluppo software, senza di essi i programmatori non potrebbero comunicare in modo semplice le istruzioni ai computer e di conseguenza sarebbe impossibile scrivere le applicazioni e i servizi che usiamo quotidianamente tramite terminale, sia esso un PC Desktop o uno smartphone.
Il primo vero linguaggio di programmazione fu il FORTRAN [107] (FORmula TRANslation),
elaborato per l'IBM 701, dal 1953 al 1956, ad opera del gruppo di John Backus.
Il problema, con i linguaggi di programmazione, di cui il FORTRAN fu il capostipite,
era che il computer non era stato concepito per leggerne ed eseguirne direttamente
le istruzioni. Di conseguenza, bisognava redigere un programma intermedio, chiamato
compilatore, che traduceva tutto il programma: ad esempio, ciò che era scritto in FORTRAN
era tradotto nel linguaggio codificato della macchina. In pratica, il FORTRAN poteva
funzionare con qualunque computer, ma, per ogni modello, bisognava elaborare un compilatore
adatto, che riconoscesse sia il codice di una determinata macchina che le istruzione del
linguaggio di programmazione impiegato.
Dopo la comparsa del Fortran nacquero una serie di altri linguaggi di programmazione storici,
che implementarono una serie di idee e paradigmi innovativi: i più importanti sono il Lisp
(1959) e l'ALGOL (1960) . Tutti i linguaggi di programmazione oggi esistenti possono essere
considerati discendenti da uno o più di questi primi linguaggi, di cui mutuano molti concetti
di base. da questi nacquero quindi altri linguaggi che avrebbero fatto la storia: C, con il suo
successore C++ o ancora Java.